Palermo sarà la capitale italiana della cultura nel 2018, superata la concorrenza di città rilevanti come Alghero, Ercolano, Aquileia, Recanati e Trento il capoluogo siciliano ha la possibilità di mettere in luce il suo enorme potenziale artistico culturale.
La candidatura è legata ad un progetto credibile che finalmente dimostri come anche in Sicilia sia possibile prepararsi ad eventi importanti per tempo e con la massima serietà.
Il titolo di capitale italiana della cultura può dare nuovo stimolo al turismo, in crescita in questi ultimi anni e mostrare l’aspetto positivo dell’accoglienza da parte di una popolazione ricca di generosità, portatrice di tradizioni che possono ammaliare i visitatori ma che molto spesso non si è mostrata all’altezza delle aspettative.
L’occasione giusta per dimostrare a tutt’Italia ed al mondo intero che Palermo e i Palermitani sono in grado di stupire per organizzazione, infrastrutture curate, ricettività puntuale, pulizia e decoro di una delle più antiche e affascinati città della storia mediterranea.
Fondata dai Fenici con il nome di Panormus, ossia città di porto, Palermo ha sempre dimostrato di essere capitale dell’integrazione, unendo popoli e culture diverse nella sua ormai millenaria storia.
Civiltà come quella fenicia, cartaginese, romana, araba, normanna si sono fuse rendendola città unica nel suo genere, dove ad esempio è possibile ammirare a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra la Cattedrale di Palermo, gotica e armoniosa nelle sue guglie, e la Cattedrale di Monreale esempio massimo dello stile arabo normanno con gli ori dei mosaici al suo interno.
Questo è il più conosciuto e solo uno di tanti esempi di culture che si sono succedute, dove i nuovi conquistatori hanno concluso ciò che era stato iniziato precedentemente e apportato anche del nuovo.
Paradossalmente Palermo ha sempre dato il massimo quando è stata sotto dominazione straniera, mentre in questi ultimi 150 anni di unità nazionale è stata al centro dell’attenzione solo per l’incuria e gli scempi provocati da piani regolatori miopi di una politica e imprenditoria locale dedita esclusivamente al profitto anche al costo di distruggere quanto di bello già esistente.
Questa può essere l’ultima occasione per far rinascere definitivamente una vera capitale della cultura mediterranea, di mostrarne i suoi tesori e innescare un meccanismo di apertura al mondo del turismo che non si limiti solo al breve periodo ma che sia duraturo, si sviluppi e affermi nel tempo facendo di Palermo il traino anche per le altre attrattive culturali e naturalistiche della zona come Erice, Segesta, Selinunte o Mondello e San Vito Lo Capo.
#PALERMOCAPITALEDELLACULTURA2018 NON DEVE CONCLUDERSI CON IL 2018, LA VERA SFIDA SARÀ QUELLA DI ANDARE OLTRE.
Palermo